giovedì 30 dicembre 2010

LA TOXOPLASMOSI









La toxoplasmosi è una malattia infettiva il cui agente eziologico è il "Toxoplasma gondii".
E' conosciuta in particolare per i gravi problemi che può dare alle donne in gravidanza, potendo determinare situazioni patologiche ai feti ed addirittura aborti.
Anche se oltre l'uomo può colpire molte specie animali, quali gli uccelli, felini, cani, il gatto rappresenta l'organismo ospitante più comune del parassita.L'infezione si può verificare facilmente, mentre lo sviluppo della malattia vera e propria è abbastanza difficile.
Uno dei fattori più incidenti per questa malattia è l'alimentazione, infatti il gatto può contrarre la toxoplasmosi mangiando carni crude, oppure ingerendo le “oocisti” contenute negli animali che cattura tipo uccelli e roditori. Infatti soprattutto i gatti randagi sono colpiti dalla malattia, cosa più difficile nei gatti domestici che vivono prevalentemente in casa e nutriti con bocconcini, croccantini o carni cotte.Una volta che il gatto si è infestato, espelle le "oocisti" nelle feci, le quali nel giro di pochi giorni divengono infettive per l'animale e l'uomo.

SINTOMI

I sintomi dell'infezione nei gatti sono spesso poco evidenti, solo alcuni soggetti soprattutto anziani o debilitati, possono presentare una sintomatologia che può essere comune anche ad altre malattie: rialzo della temperatura corporea, diminuzione o mancanza di appetito, depressione del sensorio.In soggetti già immunodepressi, affetti cioè da malattie tipo "Leucemia(FELV) e la cosiddetta "AIDS dei gatti" (FIV), la toxoplasmosi può determinare complicazioni gravissime, come polmoniti, insufficienza epatica e renale, ingrossamento linfonodale, vomito, diarrea, infezioni oculari e disturbi neurologici.

CURA

Una volta svelata la malattia tramite esami specifici di laboratorio, il normale esame delle feci non rileva sempre la presenza del parassita, si può semplicemente somministrare antibiotici tipo la "Spiramicina", usata anche in medicina umana. Se la diagnosi è precoce la malattia verrà debellata facilmente senza alcun problema.

PREVENZIONE

Per quanto riguarda il gatto, sopratutto se vive all'aperto, difficilmente possiamo attuare una prevenzione specifica, solo il gatto domestico alimentato con alimenti commerciali e carni cotte, può essere difficilmente colpito, ma piuttosto per noi è importante consumare carni cotte ed osservare le norme igieniche fondamentali, come lavarsi le mani dopo aver effettuato dei lavori di giardinaggio o giochi con la terra, dopo aver maneggiato carne cruda, lavare bene le verdure ed utilizzare i guanti quando puliamo la lettiera del nostro micio. Anche nei viaggi all'estero, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, specie con climi caldo-umidi, è importante stare attenti all'acqua che beviamo.

CONCLUSIONI

Vorrei sfatare un mito e cioè affermare che molti medici spaventano le proprie pazienti citando questa malattia come un qualcosa di altamente pericoloso e contagioso, una sorta di "peste". Senza dubbio la toxoplasmosi non va sottovalutata, ma considerando che oltre il 60% della popolazione, durante la vita, è venuta in contatto con l'agente infettivo sviluppando eventualmente la malattia, che spesso è asintomatica e che la formazione degli anticorpi renderà immuni i soggetti per tutta la vita, considerando anche che la facilità con cui ne possiamo venire a contatto è notevole, basta aver fatto un pò di giardinaggio, mangiato qualche ortaggio non lavato, aver vissuto con gatti, per avere una buona probabilità di essere diventati immuni. Perciò se siamo immuni, il problema non esiste, se invece non lo siamo basterà seguire dei piccoli accorgimenti come prima citati (lettiera, lavaggio mani, alimentazione, uso di guanti ecc) per non contrarre la malattia. Questo soprattutto per evitare che qualche persona impaurita possa disfarsi del proprio animale ritenendolo "pestoso". In gravidanza la probabilità di contrarre la toxoplasmosi dal proprio gatto è molto più bassa che contrarre la stessa mangiando ortaggi lavati male o "zappando l'orto" o dopo aver toccato una superficie contaminata, portarsi le mani alla bocca. Perciò non esageriamo....e dico spesso ai miei clienti che è più facile contrarre malattie tra di noi umani che non tramite i nostri cari amici a quattrozampe.

domenica 7 novembre 2010

LEISHMANIOSI CANINA

LA LEISHMANIOSI CANINA









La leishmaniosi canina è una malattia protozoaria, trasmessa da un vettore del genere "Flebotomo", conosciuto anche con il termine "pappatacio". L'insetto, simile ad una zanzara ma più piccolo, circa 3 mm., proviene dai paesi dell'area tropicale, ma in questi ultimi anni, ha invaso tutto il bacino mediterraneo. La trasmissione avviene attraverso la puntura del flebotomo che a sua volta
ha già succhiato il sangue ad un animale infetto.

La malattia può manifestarsi con una serie di sintomi che possono presentarsi assieme o singolarmente. Alcuni animali possono presentare prevalentemente la sintomatologia cutanea (forma cutanea)della malattia, in altri vengono colpiti gli organi interni,(forma viscerale) altri ancora manifestano sintomi di entrambe le forme.

La sintomatologia e i segni clinici possono pertanto essere, nei casi non conclamati, multiformi e talvolta difficili da diagnosticare.
La sintomatologia “classica” della malattia comprende:-Dermatite secca esfoliativa con presenza di forfora.
-Dimagramento più o meno veloce.
-Perdita di pelo (alopecia) intorno agli occhi, sulle zampe, sul dorso.
-Ulcerazioni alle orecchie con perdita di pelo e sanguinamento.
-Perdita di sangue dal naso (epistassi) dovuta a ulcere nella mucosa orale, in cui
sono presenti i parassiti.
-Crescita abnorme delle unghie , detta onicogrifosi.
-Dolori articolari, lesioni oculari dovute a una uveite e iridociclite.
Nella forma viscerale si può avere insufficienza renale di vario grado svelabile con un esame del sangue mirato. Col procedere della malattia i soggetti manifesteranno tutti i disturbi tipici del cattivo funzionamnte renale con polidipsia, poliuria, anoressia, vomito, diarrea, ulcere orali, sino ai segni neurologici e al coma uremico.

TERAPIA
Sebbene non si possa avere una guarigione completa, infatti l'animale rimarrà per sempre schiavo di questa malattia, è stato introdotto ultimamente un nuovo farmaco, "miltefosine", di derivazione umana, che consente una somministrazione orale giornaliera ed una tossicità molto inferiore ai precedenti farmaci somministrati da lunga data. Il farmaco è risultato essere molto efficace dando effetti collaterali minimi e risultati veramente importanti. A prescindere dai risultati positivi ottenuti dalla terapia, è di fondamentale importanza il controllo periodico dei soggetti interessati.
PROFILASSI

Dopo circa 20 anni di studi e ricerche, il vaccino contro la Leishmaniosi è finalmente arrivato in Italia, una difesa  in più che tutti stavamo aspettando: "CANILEISH".
La vaccinazione consiste nella somministrazione di tre dosi per via sottocutanea: la prima dose può essere somministrata a partire dai 6 mesi di età ed a seguire una  seconda e  terza dose   somministrate a distanza di tre settimane di intervallo. In seguito basterà solo un richiamo annuale. E' consigliabile continuare ad usare prodotti di repellenza, collari o sostanze applicabili sulla cute dei cani, a base di "piretroidi" come la "deltametrina" e la "permetrina" ed alcune sostanze naturali che hanno dimostrato in test e ricerche scientifiche un elevato potere antifeeding sul flebotomo vettore. Poiché il pappatacio vive tra l’erba e colpisce soprattutto di notte, è meglio non far dormire il cane in giardino almeno nelle aree geografiche più colpite dalla malattia.


Prima della vaccinazione è necessario controllare che il cane non sia già affetto da leishmaniosi o da altre malattie parassitarie con  un semplice test sierologico per escludere la presenza di altre patologie che coinvolgano il sistema immunitario del cane.

La lotta a questi insetti può essere condotta principalmente attraverso due tipi d’intervento: il primo prevede misure di protezione contro la puntura dei flebotomi; il secondo, teso a ridurre significativamente la densità di questi insetti, mediante l’uso di insetticidi e bonificando quelle zone dove esistano cause favorenti lo sviluppo larvale in aree urbane e extraurbane.

Oltre all'uso di sostanze repellenti, sono da consigliare, l’utilizzo di zanzariere a maglie molto fitte applicate a finestre e porte, evitando di soggiornare all’aperto durante le ore notturne nei periodi caldi.